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Kamishibai

Che cos’è il Kamishibai?
Il Kamishibai è un termine composto da due parole giapponesi: Kami (carta) e Shibai (teatro). Questa particolare forma di narrazione fatta di immagini e parole, storicamente itinerante, ha avuto una enorme diffusione in Giappone tra il 1920 è il 1970.
Il narratore era solito andare in giro per i villaggi in bicicletta portando sul retro una scatola di legno che una volta aperta si trasformava in un teatrino, il cosiddetto butai, dentro il quale faceva scorrere le immagini, disegnate su cartoncini rettangolari, necessarie a raccontare la storia. Di tanto in tanto il narratore usava piccoli strumenti a percussione per rendere più coinvolgente la narrazione.

 

APPROFONDISCI LA TECNICA

Alcuni consigli al narratore
Prima di raccontare una storia Kamishibai è bene leggere attentamente il testo per cogliere nelle illustrazioni gli elementi più interessanti per il vostro pubblico. E’ consigliabile anche esercitarsi nel far scorrere le tavole dentro il Butai, magari davanti a uno specchio, per evitare di incorrere in imbarazzanti inceppamenti durante la narrazione. La particolare successione delle immagini del Kamishibai ha spesso lo scopo di creare un effetto sorpresa nel pubblico. Per tale ragione è bene esercitarsi prima di affrontare un racconto per gestire con naturalezza tutti i passaggi ed esaltare l’effetto sorpresa con cambi di tono nella voce.

Il momento della narrazione
Le tavole Kamishibai vanno lette con la parte illustrata rivolta verso il pubblico. Sul retro si trova il testo, scritto con caratteri grandi e una piccola immagine in bianco e nero che riproduce l’immagine che si sta raccontando. Il formato delle tavole, riprodotte su cartoncino, ha una misura standard di 42 x 29,7 cm posizionato nel butai in modo orizzontale.

La narrazione solitamente inizia con il teatro chiuso o con un’immagine fissa che funge da copertina introduttiva, magari con il titolo e il nome dell’autore della storia. Il narratore, prima di cominciare usa l’hyoshigi, un antico strumento musicale giapponese molto semplice composto di due soli pezzi di legno duro collegati da un cordino, per attrarre l’attenzione del pubblico. Il narratore percuote i legni tra loro prima lentamente e poi velocemente annunciando così l’inizio dello spettacolo.
Lo scorrimento da una tavola all’altra deve avvenire in modo lento e graduale per rendere fluido il racconto. Qualche volta, però, il passaggio rapido tra un’immagine e l’altra risulta necessario per esaltare l’effetto sorpresa e così stupire il pubblico. I narratori più esperti delle volte decidono di muovere l’immagine che sta uscendo avanti e indietro per creare maggiore attesa del passaggio successivo.

Il teatro in legno: il Butai
Le tavole illustrate sono inserite all’interno di una valigetta in legno che ha la forma di un piccolo teatro. Questo teatrino è aperto sia lateralmente per permettere lo scorrimento delle tavole che sul fondo per consentire al narratore di leggere il testo. Il Butai è importate nell’economia del racconto perchè ha il potere di inquadrare perfettamente l’immagine. Grazie alla sua particolare architettura inoltre aiuta il pubblico a focalizzare meglio l’attenzione sull’imagine favorendo la distinzione tra il mondo reale costituito dal pubblico, e il mondo immaginario rappresentato dalle scene illustrate nelle tavole del racconto. Il Butai ultimamente è molto diffuso anche nel mondo scolastico per raccontare storie dall’alto valore pedagogico.

Tutti i nostri racconti Kamishibai hanno il testo bilingue (Ita/Eng) per favorire lo sviluppo della conoscenza della lingua inglese entro i confini di un’esperienza che risulta particolarmente coinvolgente per i bambini.